In occasione della diciottesima edizione della Giornata del Contemporaneo, sabato 8 ottobre 2022, la Galleria La Nuvola esporrà, nel suo nuovo spazio sito in Via Margutta 41, l’opera Pangea (2009) di Emilio Leofreddi (Roma, 1958). L’evento, promosso da AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea), si terrà sull’intero suolo nazionale, coinvolgendo gallerie e musei, fondazioni e artisti, e avrà come tema centrale l’ecologia e la sostenibilità, entrambi argomenti molto discussi, ma mai sufficientemente.
Per tale motivo, la Galleria La Nuvola ha scelto di partecipare a questa giornata di sensibilizzazione scegliendo un artista come Leofreddi, presentato in precedenza anche al Museo del Vittoriano. Se da un lato è stato definito un artista viaggiatore, con i suoi soggiorni in India, punto di partenza per la sua serie di opere da lui chiamata Dreams, dall’altro rappresenta per lo spettatore un risveglio da quella “paralisi della veglia” che l’uomo vive quotidianamente.
Le sue opere rappresentano, infatti, dei punti di stasi, delle stazioni di concretezza per disporre il pensiero all’idea prima che all’azione, per provare a riflettere sullo spazio circostante prima di agire in modo avventato e ignaro su un mondo che non si conosce, non perché misterioso e ostile, ma in quanto sempre più scenografia per una vita che si ritiene indipendente da esso. Nelle opere pensate e poi realizzate da Leofreddi, nelle sue mappe come in alcune carte, campeggia l’avviso “You are here”, utilizzato molto spesso per evitare all’individuo/massa di perdersi in luoghi affollati come parchi, metropolitane, ipermercati e musei. Viene alla mente il racconto L’uomo della folla, pubblicato da Edgar Allan Poe nel 1840, dove un anonimo protagonista in una metropoli spersonalizzata e in movimento sceglie per placare un’angoscia che gradualmente sembra farsi patologia di rifuggire i suoi pensieri, finendosi con l’anestetizzarsi all’interno di quel torrente umano intravisto, all’inizio del racconto, attraverso la vetrata di un locale.
Il messaggio di Leofreddi sembra essere uno schiocco delle dita davanti al volto dei contemporanei eredi dell’uomo della folla. L’arte, in un periodo di disordine globale e di incertezza per il nostro pianeta, diviene dunque un luogo di fondamentale importanza per la stasi e la riflessione, dove, come nel caso di Leofreddi, l’uomo può ritrovare peso e concretezza con le quali cominciare a pensare, sul serio, alla responsabilità del singolo individuo sul mondo che immagina. Tu sei qui. Tappa di questo percorso/stallo è l’opera Pangea, un grande globo di stoffa di circa quattro metri di diametro, sul quale sono cuciti, con diversi colori, i continenti.
Se molto spesso il viaggio è immaginato come una fuga verso “l’altrove” o “l’altro da sé”, il lavoro di Leofreddi compie un’operazione dialettica già dal titolo, legando insieme le terre più lontane, ognuna con i propri odori, rumori e saperi. Un enorme “Tu sei qui” che crea uno spazio preciso che sia, utilizzando delle espressioni dell’artista in occasione del suo progetto Dreams, “uno spazio ritagliato nello spazio”, “uno spazio per viaggiare”, “uno spazio per accogliere”, “uno spazio di preghiera”. Un luogo comune ma non universalizzato, composto da individui, perché è grazie alle individualità che si potrà disegnare il mondo di domani che parte dal pensiero e dalla riflessione odierna, sul nostro pianeta e sulla nostra società, anche a costo di fermarsi qualche volta, durante il proprio viaggio, a consultare la mappa dell’oggi per comprenderne le tematiche, i sussulti e i conflitti.
Matteo Giuseppone