Venerdì 27 Ottobre, Studio Soligo, La.Ra Arte e Fabio Falsaperla inaugurano la mostra di Renato Mambor, Ricalcare.
Il catalogo presenta alcuni testi selezionati di Maurizio Calvesi, di Germano Celant, di SImonetta Lux, di Achille Bonito Oliva, di Patrizia Speciale e alcuni scritti dell’artista che aiutano a ripercorrere la sua straordinaria carriera.
Come ha precisato Maurizio Calvesi: “Quando un segnale, o una traccia, si commisura a un altro, nascono le quantificazioni demoscopiche degli “omini”, con le loro sagome stilizzate, nere, che si associano secondo variazioni del profilo o sfumature verso il grigio e verso l’evanescente della forma “timbrata”, che va esaurendo il pigmento-matrice.
In tutte le successive invenzioni delle immagini “ricalcate” di Mambor, come in un infantile (poetico) ma al contempo misurato e rigoroso (analitico-concettuale) collage, figure o oggetti, o figure e oggetti si associano seguendo una logica a volte misteriosa (poesia) a volte trasparente (analisi).
Certo sempre trasparente alla sua fantasia (poesia), figlia e madre dell’osservazione (analisi).
Dal “ricalcare”, poi, dall’immagine tracciata per disegnare l’invisibile spazio di una scansione, alla lettura della traccia come testimonianza di se stessa, riallacciandosi al divenimento delle forme di terra stampate tra le piastrelle e dei marchi sull’intonaco.
Ed ecco, ormai alla fine degli anni Sessanta, l’immagine del rullo che lascia una traccia inappuntabilmente conseguente e fedele alla matrice, ma fantasiosa come le nuvole.
Nella ricca generazione di artisti che si è affermata a Roma con gli anni Sessanta, Renato Mambor è una delle figure forse meno appariscenti, e che più lentamente si è affermata: ma che alla distanza scopre tutto il fascino e il rigore, e il valore (ben notevole sia per importanza sia per qualità) del suo precorritore “concettualismo”. Un concettualismo, però, senza prigionie programmatiche, né rinunce alla freschezza della creatività.”