Il 25 Novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, la Galleria La Nuvola di Via Margutta e Amnesty International sono lieti di presentare l’evento Come eri vestita?.
Alle ore 17:00 inizierà il talk cui parteciperanno Riccardo Noury, Portavoce di Amnesty International; Tina Marinari, Coordinatrice delle Campagne per Amnesty International; Elena Santiemma, Responsabile del Coordinamento Donne di Amnesty International, e Alessio Miceli dell’Associazione Nazionale Maschile Plurale. Seguirà la presentazione di un video artistico sull’argomento, realizzato dall’Associazione Internazionale.
La conferenza lascerà spazio all’opening della mostra collettiva, a cura di Alice Falsaperla, il cui testo critico accompagna l’esposizione delle opere delle artiste Jamileh Mehdi Araghi, Nahid Bakloo, Neda Shafiee, Lucia Simone e Marilina Succo.
La mostra si articola su un territorio concettuale che affronta l’abbandono degli stereotipi di genere; non esistono ruoli governabili o costruzioni sociali, ma una crasi antropologica e ambientale che si dipana attraverso pratiche estetiche e tecniche diversificate.
Jamileh Mehdi Araghi, pittrice iraniana naturalizzata tedesca, seleziona l’identità e la migrazione come temi principali delle sue opere. L’autrice elabora il concetto di “rifugio” e sperimenta un’unità legata all’umano e alla natura, secondo un ibrido che guarda al figurativo e all’astrazione.
Nahid Bakloo crea un’arte raffinata dalla matrice illustrativa, attraverso la quale prendono spazio, parallelamente, le immagini e le parole. L’autrice intesse, attraverso le sue opere, racconti che affondano le radici nel personale patrimonio iraniano e nella sua attuale vita romana. Bakloo tratteggia momenti quotidiani di resilienza delle donne, dove partecipano influenze culturali e simboliche. Si svolgono conversazioni incalzanti che interrogano sull’identità, sul femminismo e sulle sue declinazioni, indicendo un intervallo poetico.
Neda Shafiee Moghaddam indaga la tridimensione, tentando di rafforzare un’atipica connessione tra pittura e scultura, installando ruvidi blocchi in cemento, a suggerire la forma dei ricordi che lei stessa ha, metaforicamente, “inserito in una scatola”. È una critica al possesso e all’obbedienza; un incentivo al pensiero incontaminato militante.
Lucia Simone è un’artista che, attraverso un linguaggio che attinge da visioni distopiche, analizza con sensibilità concetti esistenziali. L’autrice approfondisce l’introspezione e il trauma, attraverso l’emersione di frammenti di immagini che appaiono mnemonicamente scomposti sulla tela.
Marilina Succo propone in mostra un’introspezione fisiognomica ed espressionista, frutto di una ricerca artistico-estetica sul volto umano. L’artista evoca uno stato di trance su facce anti-realistiche, che, visivamente, puntano a stimolare un processo di percezione proiettiva che muta in base all’esperienza individuale di ognuno. L’esercizio di Marilina Succo si propone di ricreare, concettualmente, una forma di stato ipnotico in cui le donne sono state immerse per innumerevoli tempi.
L’intento comune di questo progetto è poter sensibilizzare e mobilitare il pubblico, attraverso la declinazione delle manifestazioni artistiche selezionate per quest’occasione, visitabile fino al 5 Dicembre. Si ringrazia, inoltre, la figura di Giusy Emiliano per il suo contributo all’interno del processo organizzativo.
Fotografia di Anna Pavliv